Gia' nell'antichita' si senti' l'esigenze di misurare il
trascorrere del tempo, Si comincio' con la meridiana ,costituita al minimo da
un palo infisso nel terreno, il cui uso è documentato in Cina a partire dal III
millennio a.C.
Il termine cinese che viene di solito associato agli orologi
solari, ma forse più specificamente ai tipi di meridiane d’altezza portatili, è
kuei piao, in cui il carattere kuei unisce il radicale sole con l’antico
termine chiu, che oggi significa colpa o vergogna, ma in origine era forse
legato alla rivelazione di tempi fausti e infausti. I riferimenti letterari
sulle meridiane in Cina sono abbastanza rari. Nella bibliografia del Chhien Han
Shu (I secolo a.C.) si trovano riferimenti ad un "Libro della
Meridiana", Jih Kuei Shu, in 34 capitoli, inserito in una compilazione per
un calendario di Yin Hsien .
Lo svantaggio principale della meridiana è quello di non
funzionare di notte o nelle giornate nuvolose. Per questo motivo furono
sviluppati orologi alternativi, basati sul progredire regolare di eventi.
Uno dei piu' antichi
metodi mai utilizzati per la misurazione del tempo con il sole fu anche lo gnomone. Era formato da un' asta verticale la cui punta, segnava,
con la sua ombra che si sposta, la suddivisione della giornata.
Anche gli obelischi
potevano essere utilizzati a questo scopo. Nel 1450 a.C. Thumotsi III, utilizzò
uno strumento simile allo "gnomone", ma a forma di L o T.
Nel XIV-XV sec. a.C.,
venne introdotto un altro strumento, il Merckhet, utilizzato per la misurazione
delle ore notturne. Era formato da un' asta verticale la cui punta, segnava,
con la sua ombra che si sposta, la suddivisione della giornata.
Anche gli obelischi
potevano essere utilizzati a questo scopo. Nel 1450 a.C. Thumotsi III, utilizzò
uno strumento simile allo "gnomone", ma a forma di L o T.
In epoca più tarda
venne inventato il cosiddetto "orologio a scalini", originario della
Mesopotamia; aveva la forma di una gradinata di fronte alla quale un muro
proiettava la sua ombra sui gradini che servivano da segnatempo.
.
L'arte di misurare il
tempo nell'antica Grecia era molto diffusa e raffinata, e sicuramente aveva
subito l'influsso babilonese ed egiziano: lo deduciamo dai progressi conseguiti
in matematica, astronomia e geodesia.L'uso di clessidre da parte degli Egizi è
documentato nel XV secolo a.C. In Grecia le clessidre furono usate per scandire
la durata di gare, giochi, turni di guardia e anche per controllare la durata
delle deposizioni in tribunale. Nel III secolo a.C. in Grecia le clessidre si
svilupparono nei più precisi orologi ad acqua, nei quali l'acqua fluiva tra due
contenitori collegati. Furono anche creati orologi ad acqua dotati di un
sistema meccanico di indicazione dell'ora
La profonda
conoscenza della matematica sferica aveva portato anche alla costruzione di
orologi solari su sfera convessa; oggi se ne conoscono due, uno proveniente da
Prosyrnna in Argolide, l'altro da Matelica, dove è attualmente conservato.
Questi globi, unici nella storia della sciografia, funzionano in base al
movimento sulla loro superficie sferica del terminatore, ossia il cerchio
massimo che separa la semisfera illuminata da quella in ombra. Questo
terminatore ruota di 15° all'ora dal mattino alla sera e di 47° dall'estate
all'inverno: per cui, senza altra sovrastruttura, i globi funzionano da
perfetti calendari ed orologi solari.
Tutto ciò che i
Romani conoscevano di astronomia, matematica e filosofia derivava loro dalla
Grecia. Nel campo della gnomonica gli strumenti importati per misurare il tempo
furono principalmente due: l'emiciclo scavato e l'obelisco. Nonostante la
diffusione di questi orologi a Roma, il mezzodì veniva ancora annunciato da un
araldo dei consoli che, posto dinanzi alla Curia, osservava il momento in cui
l'ombra delle colonne si allineava tra gli antichi rostri. Questo metodo era
certamente antiquato, ma senza dubbio riscuoteva maggior fiducia.
L'opera più colossale
e senz'altro più precisa fu l'orologio orizzontale fatto costruire a Roma nel
Campo Marzio da Augusto nel 9 a.C. per celebrare l'anniversario della sua
nascita che cadeva proprio all'equinozio d'autunno. L'architetto Facundus Novus
utilizzò il grande obelisco costruito da Psammetico nel 586 a. C. e portato da
Eliopoli a Roma subito dopo la conquista dell'Egitto, che oggi si trova in
Piazza Montecitorio, trasportatovi da Pio VI sul finire del XVIII sec. La
meridiana, chiamata solarium Augusti, misurava 80 x 180 metri ed era fornita di
linee orarie e di curve di declinazione in bronzo incastonato nel travertino,
per cui serviva sia da orologio sia da calendario. Recava inoltre le
indicazioni dei venti che iniziavano o cessavano quando l'ombra dell'obelisco
passava per i segni che indicavano giorni particolari. A causa di terremoti e
inondazioni del Tevere, l'obelisco si perdette, poi l'archeologo tedesco Edmund
Buchner, sulla scia della testimonianza di Plinio, finalmente nel 1979 trovò negli
scantinati di un grande palazzo alcuni segmenti delle sbarre di bronzo che
costituivano le linee orarie. Sicuramente questa meridiana rappresenta
l'espressione più alta della scienza gnomonica a Roma.
Nel Medioevo
l'Orologio della
Conciergerie di Parigi, del 1370 col quadrante del 1585
Nel corso del
Medioevo furono inventati i primi orologi meccanici: nel giro di un mezzo
secolo, all'inizio del Trecento, molti campanili cittadini vennero dotati di
orologio. Si possono ricordare quelli di: Parigi, Milano, Firenze, Forlì.
l'Orologio
astronomico di Praga, costruito a partire dal 1410
L'orologio comincia
ad avere un'importante valenza artistica e simbolica .Gli orologi da torre non
erano da meno. Un esempio formidabile è il famoso orologio di piazza San Marco
a Venezia, costruito a partire dal 1493 per opera di Giancarlo Ranieri che
vediamo qui sotto
Al rintocco delle
ore, due statue meccaniche (chiamati Mori per il colore scuro dovuto al
materiale) si inchinano alla Madonna e colpiscono le campane con un martello.
Oltre all'ora indica anche informazioni astronomiche quali posizione dei
pianeti, fasi lunari posizione del sole nello zodiaco.
Gli orologi da tavolo
e a pendolo
Gli orologi da tavolo
potevano essere contenuti in materiali preziosi, oro, argento, bronzo,
cofanetti laccati e intarsiati,mentre le pendole erano racchiuse in raffinati
mobili in legno decorato, con una vetrata che metteva in evidenza il moto del
pendolo.
Orologio da tasca
Comunemente chiamato
in gergo "cipolla" o "orologio a cipolla", è un tipo di
orologio di piccole dimensioni, adatto per essere tenuto in tasca,
particolarmente diffuso prima dell'avvento dell'orologio da polso nella seconda
metà del XIX secolo.La possibilità di realizzare orologi portatili si ebbe
solamente dopo l'invenzione del sistema a bilanciere, dell'alimentazione a
molla e di opportuni scappamenti nel XV secolo.
Si dice che Enrico
VIII d'Inghilterra tenesse un orologio da tasca appeso al collo con una catena.
Questi orologi avevano solamente la lancetta delle ore, infatti la lancetta dei
minuti sarebbe stata inutile a causa dell'estrema imprecisione del meccanismo.
Nella seconda metà
del XIX secolo la miniaturizzazione e la produzione in serie dei componenti
permise di realizzare orologi da tasca compatti e precisi. Questi orologi
ebbero una notevole diffusione in un'ampia gamma di modelli fino agli quaranta
del XX secolo, quando iniziarono a diffondersi gli orologi da polso meccanici
prima ed elettronici poi.
L'orologio da polso
fu inventato alla
fine del XIX secolo da Patek Philippe, ma inizialmente fu considerato un
accessorio esclusivamente femminile. Tra gli uomini era comunemente usato
l'orologio da tasca.
All'inizio del XX
secolo l'inventore brasiliano Alberto Santos-Dumont, avendo difficoltà a
leggere l'ora a bordo dell'aereo di sua fabbricazione, chiese al suo amico
Louis Cartier un orologio più pratico. Cartier gli diede un orologio da polso
con cinturino in cuoio di cui Dumont non fece più a meno. Quando Cartier
divenne popolare a Parigi, iniziò così a vendere questi orologi anche alla
clientela maschile.Di fondamentale importanza fu la produzione su scala
industriale di questi orologi, per distribuirli più velocemente e renderli più
economici.
Il primo prototipo di
orologio al quarzo da polso fu sviluppato nei laboratori svizzeri CEH nel 1962.
Il primo modello in produzione commerciale fu il 35 SQ Astron della Seiko, nel
1969. Questi orologi erano ancora con quadrante analogico a lancette. In alcuni
modelli oltre alla batteria sono impiegate come fonte di energia la luce solare
o il movimento dello stesso orologio per mezzo di un generatore elettrico
abbinato ad una massa oscillante (orologio automatico).
Con lo sviluppo
dell'elettronica e la riduzione dei prezzi divennero popolari a partire dagli
anni settanta gli orologi digitali, che mostrano cioè l'ora direttamente con
cifre invece che per mezzo di lancette, una novità rivoluzionaria. Il primo
orologio digitale fu il prototipo Pulsar, realizzato dalla collaborazione tra
Hamilton Watch Company e Electro-Data nel 1970. La versione commerciale uscì
nel 1972 ed aveva una serie di display a sette segmenti rossi, grandi
consumatori di energia. Successivamente arrivarono i display LCD, con modelli a
quattro cifre ed il modello a sei cifre Seiko 06LC, nel 1973.
Con l'avvento del
microprocessore gli orologi da polso possono includere funzioni varie tra cui
cronografo, calcolatrice, videogioco, fotocamera, Pendrive, telefono cellulare
ecc.
Negli anni ottanta la
Seiko mise in commercio un orologio con incluso un monitor televisivo. Poiché
però l'elettronica per la ricezione radio e le batterie dell'epoca erano troppo
ingombranti, furono alloggiati in una scatola esterna da portare in tasca. Nel
2000 fu messo sul mercato un orologio con TV completamente integrata ed
autonomia di un'ora.
Il resto è storia
d'oggi.
fonte:
http://pulcinella291.forumfree.it/?t=67977469

















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